Il post Covid inizia a mostrare il conto alle economie mondiali e la figura dell'esattore è rappresentata dalle banche centrali mondiali che in un primo momento, dopo l'avvento della pandemia, decisero che l'unico modo per alimentare delle economie ferme per oltre un anno e mezzo, fosse quello di stampare moneta, inondando il mercato con una marea di liquidità tramite i vari Quantitative Easing.
La mossa fù senza dubbio necessaria, azzeccata e ragionevole in quei momenti.
Nel racconto di quanto è stato, tutte le piazze finanziarie mondiali hanno beneficiato di questo afflusso enorme di liquidità, vivendo due anni in cui i picchi massimi venivano aggiornati giornalmente, andando a registrare record su record, in quello che è stato senza dubbio un mercato drogato dalla liquidità.
Al banchetto hanno partecipato ovviamente anche le criptovalute, cresciute sino a livelli impensabili in questi anni, salvo poi ripiegare rapidamente non appena lo spettro del rialzo dei tassi si è palesato.
Stampare moneta però, ha come effetto inequivocabilmente associato, quello della crescita dei prezzi: da questo aspetto quindi, deriva la crescita inflazionistica che tutte le economie mondiali stanno soffrendo.
Gli Stati Uniti hanno attualmente il tasso d'inflazione agli 8,3%, L'Europa al 9,1% ed infine Gran Bretagna al 10%
Negli ultimi mesi del 2021 e nei primi mesi del 2022, sia la banca Centrale Europea, quanto la Federal Reserve statunitense che la Bank of England, hanno inputato ai problemi presenti sul lato dell'offerta come causa principale della crescita incontrollata dei prezzi ( i così detti "colli di bottiglia")
Mai purtroppo, in nessuna conferenza stampa, quelle che generalmente tengono sia Powell, presidente della Federal Reserve, sia la Lagarde, capo della BCE, hanno mai inserito l'enorme massa di liquidità immessa nel mercato tramite i Quantitative Easing, come il principale responsabile della crescita dei prezzi.
I vari organi di stampa si limitano a sottolineare esclusivamente il rialzo del prezzo del gas e delle materie prime quali responsabili, quando in realtà il prezzo del petrolio al barile ad 80 dollari è stato innumerevoli volte tollerato dall'economia mondiale, non rappresentando un valore di allerta dal momento in cui ci si trovi ben distanti da prezzi massimi ai 140 dollari come accaduto in passato. Anzi, con il Pil delle maggiori economie mondiali sul 6%. il prezzo attuale riflette già il timore di una recessione alle porte.
In questi mesi, le banche centrali hanno alzato i tassi di interesse pigiando il piede sull'acceleratore con colpi da 75 punti base alzando le stime su prossimi ulteriori rialzi, nel tardivo e disperato tentativo di tenere contenuta la crescita dell'inflazione, ma il percorso intrapreso non sarà indolore.
L'arma del rialzo dei tassi infatti, viene utilizzata per drenare e quindi ritirare la liquidità immessa nel periodo Covid con i Quantitative Easing. Allo stesso tempo, tale manovra, ha come principale effetto quello della contrazione dell'economia, cercando quindi di raffreddare l'attività economica, banalmente spiegato, in una minore richiesta di linee di finanziamento da parte delle aziende proprio perchè più costosi, e quindi, ovviamente, nella contrazione della propria attività produttiva ed espansiva.
In parole povere: meno crescita economica, meno salari, più licenziamenti, condurranno, con il tempo, alla discesa generale dei prezzi.
Non è un caso infatti che la presidente in carica della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, nell'ultima conferenza stampa, subito dopo aver alzato i tassi di interesse, abbia invitato i governi a mantenere le misure di sostegno alle fasce più deboli e a coloro i quali perderanno il lavoro.
Ci attendono pertanto, tempi di contrazione economica.
Investire nei mercati finanziari azionari o delle criptovalute, può voler dire esporsi all'elevato rischio di non aver ben ponderato il timing dell'investimento a meno che non si sia seguiti da professionisti in grado di cogliere l'attimo su alcuni movimenti di breve periodo.
Il mercato dei Titoli di Stato invece, presenta delle opportunità con dei rendimenti che si aggirano attorno al 4,5% tenendo conto di una inflazione che andrà riassorbendosi, grazie ai sopra menzionati rialzi dei tassi d'interesse.
I mercati stanno cercando quindi, di tornare alla normalità pre-Covid, tra mille ostacoli perchè chiaramente tra le incognite va inserita inevitabilmente la guerra sul suolo europeo, tra Ucraina e Russia che tanti disequilibri sta creando.
Il timing, ovvero l'esatto momento in cui si decide di portare a compimento un investimento sui mercati finanziari, è quel preciso momento in cui si può ottenere un guadagno o una perdita.
Scegliere il momento giusto è quindi il presupposto di fondo affinché una operazione sia profittevole o meno, ed il timing si può conseguire esclusivamente se si ha competenza nella materia.